Napoli ha una cultura profondamente legata ai miti, leggende, esoterismo. Ogni tradizione ha le sue origini, ogni luogo ha una storia da raccontare. Vediamo insieme quali sono le leggende più curiose.
La leggenda del Castel dell’Ovo
Il Castel dell’Ovo è il Castello più antico della città di Napoli e sorge sul bellissimo isolotto Megaride. Questo Castello più di tutti è intensamente legato alla città perché si narra che Virgilio, che aveva fama di essere anche un mago, vi nascose un uovo, racchiuso in un recipiente d’acqua e imprigionato in una gabbia di ferro, appesa a una trave di una misteriosa stanza. Secondo la leggenda l’uovo protegge Napoli e perciò, semmai dovesse rompersi, l’intera città andrebbe distrutta.
La leggenda della sirena Partenope
Proprio sull’isolotto Megaride si sarebbe lasciata morire Partenope, una delle sirene che Ulisse riuscì ad ingannare lasciandosi legare per evitare di cadere nel loro canto. Partenope impazzì e si lasciò morire…il suo corpo esanime approdò sull’isolotto e si fuse con la terra circostante, per fondare la città di Partenope.
La bella ‘Mbriana
La bella ‘Mbriana è lo spirito di un’antica principessa che si tolse la vita dopo aver perduto il suo amore. Il suo spirito fu accolto dalle case dei napoletani e, da allora, ogni tanto verso le prime luci dell’alba entra nelle case per proteggerle. Si tratta di uno spirito buono, antagonista dei dispettosi munacielli.
O’ Monaciello
O’ Monaciello è proprio lo spirito dispettoso che si insinua nelle case per far sparire oggetti o disturbare la quiete. La leggenda narra che si tratta di piccoli spiritelli coperti da un saio per impedire di mostrare il proprio aspetto. Molto probabilmente, però, la leggenda è stata alimentata dal fatto che durante i lavori a una cisterna d’acqua nel centro della città, gli operai si infilavano nelle case dai canali di scolo per poter impadronirsi di oggetti preziosi o unirsi con qualche casalinga annoiata…ancora oggi, quando si vuole nascondere qualche malefatta, a Napoli si è soliti dire: “sarà stato o’ Monaciello!”