Nativity or manger or crèche of the Catholic Church to celebrate the birth of Jesus during Christmas

Il presepe napoletano nell’era moderna, come è cambiato?

Lo conosciamo tutti ed è una delle tante caratteristiche artistiche che contraddistinguono la Campania e la sua immensa ed eterna Napoli: stiamo parlando del presepe napoletano.
Un presepe che ad oggi rappresenta una delle attrazioni culturali di maggiori influenza di Napoli, dove il Divino è una base solida accompagnata da scene di vita quotidiana, ma anche da moltissima ironia emersa con lo scorrere dei secoli.
Il presepe napoletano porta con sé una lunga e intensa storia già dal Medioevo e, per questo motivo, risulta interessante comprendere come si sia evoluto fino ai nostri tempi.
Non rimane che iniziare il viaggio alla scoperta delle origini di questo presepe, per capire come sia cambiato fino all’era moderna e per quale motivo abbia subito cambiamenti simili.

Le origini del presepe napoletano: torniamo indietro nel tempo

Le radici del tipico presepe napoletano, sono da trovare già nel Medioevo. Infatti, ne si hanno le prime notizie grazie ad un documento risalente al 1025, secondo cui il primo presepio era stato installato all’interno della chiesa di S. Maria.
Qui si ritrova il più classico scenario: Gesù bambino nella mangiatoia, la Madonna, San Giuseppe, il bue e l’asinello. I primi testimoni di questa opera, sono gli evangelisti Luca e Matteo, che la descrivono in un loro racconto facendo riferimento a quello che è divenuto successivamente in latino ‘praesepium’, ovvero, tradotto, mangiatoia.

Il primo presepe

Tuttavia, l’idea di far rivivere la scena della nascita del Salvatore, la si deve a Francesco d’Assisi, che ha voluto riportare in vita il momento naturale dell’avvento di Gesù bambino. In visita a Betlemme nel 1222, rimane affascinato da quello che noi conosciamo come presepe vivente e decide, così, di portare questa tradizione anche in Umbria e poi nel resto d’Italia.

I primi laboratori presepiali

I veri e propri scultori dei presepi napoletani emergono però nel XV secolo.
Si inizia a ideare statue perfettamente elaborate in legno, ma anche in terra cotta per usi privati. Le famiglie nobili apprezzano particolarmente queste creazioni artigianali, così tanto da offrirle in dono ad altri nobili o da allestirle all’interno della loro abitazione.
Un esempio di presepe napoletano, lo si trova tutt’ora anche all’Ospedale degli Incurabili, a Venezia, realizzato da San Gaetano da Thiene che arrivò nel 1534 a Napoli, per portare la sua creatività e le sue doti.
Il presepio barocco, invece, è opera dei sacerdoti scolopi, che iniziarono a creare statue in legno snodabili, rivestite con abiti in stoffa e dettagli più meticolosi.

Attenzione: le primissime erano ad altezza uomo, ma con il tempo si sono rimpicciolite a circa 60 centimetri.

Da inizio fino a metà Seicento, i presepi napoletano iniziarono ad essere allestiti ad ogni Natale, contribuendo a creare una delle tradizioni più forti della nostra cultura.
Nel 1640, invece, i manichini avevano il corpo realizzato con un’anima in filo di ferro, per conferire loro pose ancora più plastiche.
Ma è a fine Seicento che il presepe inizia a subire cambiamenti notevoli: il sacro e il profano cominciano ad essere mischiati nella stessa scena, per integrare quella che era la vita quotidiana, fatta di pastori, animali, mercati, donne, uomini, derelitti e addirittura nani.
Il tutto assume una teatralità impossibile da evitare in quel di Napoli.
Infatti era come se si stesse presenziando ad una vera e propria sceneggiatura su come fosse la vita ordinaria tra i vicoli del capoluogo campano.

Non mancano le raffigurazioni delle tipiche attività, ma anche dei volti più noti dell’epoca. Al centro dell’attenzione ciò da cui tutto nasce, tradizione secolare: Gesù bambino nella sua culla in paglia, la Madonna, Giuseppe, il bue e l’asinello, ma anche i Re Magi che sostengono i loro simbolici doni da offrire al Redentore nascituro.

Da evidenziare è proprio il passaggio dalla Natività sacra alla vita popolare: banchi di formaggi e latticini, con panificati, prodotti locali, verdure di ogni genere e bancarelle di stoffe, dove le persone sono visibili mentre si riforniscono per la casa e per le loro fattorie.
Non mancano zingare illustrate mentre leggono le mani o mentre interpretano il messaggio fornito dai tarocchi, oppure giocatori d’azzardo e animali esotici, come scimmie, elefanti, leoni e molti altri ancora.
Fino al Settecento, il praesepium era dunque un connubio tra ciò che è sacro e ciò che non lo è, un insieme fortemente voluto per dare un contrasto al Divino e al materiale, facendo capire come il Salvatore sia, in realtà, tra la gente più umile e viceversa.

Come è cambiato dal ‘700 fino ai giorni d’oggi: la sua incredibile evoluzione fino a San Gregorio Armeno

Come si è potuto vedere, già dall’epoca medievale, il presepe ha subito un’evoluzione incredibile, che man mano lo vedeva sempre di più arricchito di novità, di dettagli e di bellezze artistiche da non sottovalutare.
Ed effettivamente, il presepe napoletano è proprio questo: un insieme di elementi, quasi sfarzoso, che crea una teatralità mai vista attorno a delle statuine.

Iniziano le vere tradizioni, non solo quella di allestire la scena della Natività solo in corrispondenza del periodo Natalizio. Bensì, una consuetudine che da allora ci accompagna, è per esempio quella di non inserire nel presepio la figura del Redentore fino alla mezzanotte del 25 di Dicembre.
Oppure, quella di spostare i Re Magi fino alla culla, giorno per giorno fino all’Epifania.

E, intanto, il presepe napoletano continua ad essere abbellito dagli esperti, che ormai lo considerano una chicca artistica di alto valore e significato. Finché non si arriva agli albori del Novecento, un’altra grande era di cambiamenti e di rivoluzioni culturali e artistiche. Qui, gli artigiani locali, iniziano ad affiancare alle tipiche statue del presepe personaggi famosi della contemporaneità, talvolta con tendenze rivolte all’ironia.

Ed ecco che finalmente si ha il quadro perfetto del (vero) tipico presepe napoletano: statuine elaborate e dettagliate rappresentanti la Spiritualità ma anche la vita quotidiana, nonché celebrità, politici e figure di rilievo in quel preciso momento storico. Ed è così che questo piccolo ma meraviglioso teatrino, raggiunge l’interesse di tutto il mondo.

San Gregorio Armeno

La via per eccellenza in cui, sia nelle epoche precedenti che attualmente, gli artigiani espongo i loro incantevoli lavori è via San Gregorio Armeno. Si tratta della strada più suggestiva di Napoli, dove l’arte incontra la religione ma anche l’umorismo e l’ironia.
Napoli è conosciuta anche per questo suo lato, tant’è che ogni anno milioni di turisti arrivano da tutto il globo per ammirare e acquistare le piccole opere d’arte che contraddistinguono il classico presepe napoletano.
Sempre in questa via, tra negozietti, botteghe e bancarelle, si possono trovare non solo statue raffiguranti soggetti, ma anche dettagli e oggetti di scenografia per rendere il più realistico possibile il presepe, che nel complesso deve essere perfetto.

Il presepe napoletano: da ammirare almeno una volta nella vita

I turisti sono letteralmente ammaliati da queste opere artistiche locali: si concentra in esse una storia lunga secoli, una forte e solida cultura e una tradizione destinata a protrarsi per sempre.
Ci si riferisce al modo di Napoli e dei suoi artigiani per rendere onore alla sacralità, così presente nella cultura italiana. Parte dei viaggiatori che arrivano a Napoli, sono interessati a scoprire l’immenso mondo dei presepi, comprendendone la storia e i processi di lavorazione.
Oltre al fatto che, ormai rappresentano anche dei perfetti souvenir che raffigurano il talento dei napoletani quando si parla di arte e artigianato.

Quindi la vacanza ideale, all’insegna della cultura e per i fedeli anche all’insegna della religione, è a Napoli lungo questa via.
Si potrebbe alloggiare nella stupenda città verticale di Positano, a Villa Oliviero che si affaccia sul mare dal blu più intenso e spostarsi nel capoluogo per scoprirne tutta la sua bellezza.
I turisti sono soliti a fare rifornimento di statue e accessori per abbellire il loro presepio, rendendolo anche il più personale possibile secondo i propri gusti e le esigenze di ogni persona.

Uno dei luoghi in cui si può osservare un completo presepe napoletano è, per esempio, il Museo Permanente del Presepe Napoletano.
Però non sarà difficile trovare negozi che sembreranno, più che altro, vere e proprie esposizioni.
Meglio prepararsi a rimanere incantati da questo splendido spettacolo artistico-culturale, concedendosi una vacanza alla scoperta di Napoli e di tutta la meravigliosa Campania!